D - 13° - Approfondimento: L'IO E IL DIO

L’IO e il DIO

                                                          

 

Le differenziazioni che hanno segnato l’evoluzione dell’essere umano:

 
Gli “Homo” si evolvevano, integrando lentamente le innovazioni che ogni "Specie" di Homo elaborava in proprio, questo avveniva, quando due (gruppi), (Specie di “Homo”) venivano a contatto, in realtà, accadeva molto raramente.                                                 Tenuto conto, sia dell’esiguità numerica da cui erano formate le “Specie Homo", sia dalla vastità del territorio sul quale si spostavano e si espandevano, inoltre, dalla diffidenza verso gli altri Homo “considerati diversi”, rendevano questi contatti difficoltosi, e radi.
Nonostante tutto e per cause diverse, con il trascorrere del tempo gli incontri tra Homo furono inevitabili, per esempio, avvenivano quando a causa d’incidenti o infortuni dovuti a fattori naturali, come eventi climatici disastrosi, o dovuti ad altre cause varie, come attacchi di bestie feroci ecc., alcuni “Homo” rimanevano soli o isolati, oppure, se venivano feriti, il gruppo li abbandonava al loro destino essendo ormai consderatii solo un peso.
Se individuati da altri gruppi di Homo, questi, venivano con circospezione avvicinati, studiati, valutati, e a volte integrati nella "tribù", altre volte, i contatti erano dovuti a conflitti che avvenivano tra gruppi o tribù per cause varie, come ad esempio, per la necessità alimentarsi o di riprodursi, bisogni primari che a volte venivano a mancare in un gruppo e, che erano dovuti principalmente a cause ambientali, come carestie o malattie ecc.. La rara decisione di integrare nel gruppo il nuovo individuo, comportava anche l’acquisizione, se ritenute utili, delle sue esperienze e conoscenze, in molti casi col tempo, queste divenivano patrimonio comune del gruppo o della tribù, questo tipo d’evoluzione era continua ma lenta, molto lenta, la tendenza, era in ogni modo, quella di mantenere invariato il modello di vita instaurato nel gruppo.
L’evoluzione dell’Homo era però giunta ad un punto di svolta, con l’affermarsi dell’ Erectus e della sua tendenza alla colonizzazione continua dei territori, fattore che si rivelò di grande importanza, fu il maggior colonizzatore di nuovi territori prima dell’avvento dell’Homo Sapiens, la sua espansione a largo ventaglio in Europa, in Asia ecc. favorì l’evoluzione di nuove "Specie", ed in particolare, da un ramo di questa evoluzione si distinsero due nuove Specie, l’Homo Neanderthalensis che definiremo l’uomo Freddo, e l’Homo Sapiens arcaico che definiremo l’uomo Caldo.

Queste due nuove Specie di Homo, derivate come diverse altre dall’Erectus, segnarono il punto di svolta e di partenza, per l’avvento dell’Homo Sapiens Sapiens, entrambe, dotate e portatrici di alcuni "caratteri" similari, come la spiccata intelligenza e l’abilità manuale ecc., ma ugualmente portatrici di "caratteri" diversi, come la costituzione fisica, nel Neanderthal molto robusta e compatta, tratti del volto molto marcati, e una peluria molto abbondante su tutto il corpo, al contrario, nel Sapiens Arcaico una costituzione fisica più snella con un volto meno marcato, e una peluria rada, inoltre si differenziavano anche nelle tendenze.
I Neanderthal erano prevalentemente orientati alla caccia e seguivano gli animali nelle loro migrazioni, si fermavano brevemente in un luogo, sfruttavano le risorse ambientali circostanti e quindi si spostavano nuovamente, in particolare preferivano climi meno caldi e umidi ai quali si adattavano con facilità. Migrarono in modo particolare nella direzione del nord verso l’Europa, espandendosi in tutto il Continente, migrarono anche in Asia, ma in modo più contenuto e differenziandosi leggermente nel fisico.
I Sapiens Arcaici invece non erano solo dediti alla caccia, erano più stanziali, sceglievano un territorio ottimale dove si fermavano, usavano di più i prodotti vegetali che distinguevano e raccoglievano sapientemente, inoltre sfruttavano di più l’ambiente in cui vivevano, costruivano capanne complesse e usavano i materiali del suolo, le terre, le rocce ed altri materiali anche di derivazione animale che lavoravano ed adattavano sapientemente, costruivano rudimentali attrezzi utili nella vita quotidiana, utilizzavano il fuoco, dedicavano anche parte del tempo alla cura del corpo e alla costruzione di oggetti che indossavano come cappelli, collane, braccialetti ecc..
In quei periodi, i Neanderthal affrontavano in Europa il freddo ed i ghiacci che da nord avanzavano verso sud modificando il territorio e anche il modello di vita, e forse, fu proprio a causa di un mancato adattamento all'ambiente, che si modificava troppo velocemente a determinare il loro declino e forse la loro estinzione.
Nel Continente Africano dall’evoluzione del Sapiens Arcaico fa la sua comparsa “l’Homo Sapiens evoluto”, la gran differenza che lo contraddistingue dai propri predecessori è costituita da tre importanti aspetti, quello fisico, quello concettuale, e quello ideale.
Nell’aspetto fisico, molto importante è quello dell’utilizzo dei sensi, vale a dire della capacità d’interazione tra le varie parti del corpo, in pratica dell’azione coordinata o singola, movimento degli arti inferiori e superiori, gran manualità, gestione degli eventi, dovuti alla complessità, ampiezza e capacità del cervello mai raggiunti sino allora.
L'aspetto concettuale, dovuto, alle conoscenze tramandate o acquisite tramite le proprie esperienze, alla capacità di sintesi e quindi di comprensione e espressione del "concetto".
L’aspetto ideale, che è forse quello più importante, gli deriva dai primi due, consiste nella capacità definibile nel concetto di “Chiusura del cerchio”, che si sviluppa e si definisce in base alle conoscenze e alle esperienze, alle capacità di comprendere il mondo in cui vive, quindi dal presentarsi di un problema, alla comprensione dello stesso con la formazione dell’idea, da questa lo sviluppo del progetto, che messo in atto si conclude con la risoluzione e concretizzazione dello stesso.
Da questi tre aspetti nasce la consapevolezza dell’Io, della propria diversità rispetto a tutti gli altri esseri viventi, quindi quella della distinzione tra "l’Io e il DIO".
Questo “Uomo” distingue e definisce il DIO o meglio i tanti “DIO”, quello del cielo che manda la pioggia, i fulmini ecc., quello della terra che dimora sui monti o nei laghi ecc. quello delle foreste che dimora nelle piante, quello che dimora negli animali ecc., in seguito definirà anche il DIO degli uomini.
Distingue e definisce l’Io, creatura di DIO al quale deve tutto quello che gli sta intorno, un tutto che può anche usare, ed ancora più importante
creare e modificare  .
Per la prima volta, l’Uomo non solo integra nozioni e azioni apprese dagli altri, ma ricerca e studia tutte le cose nuove di cui viene a conoscenza, che giudica valide ed interessanti, costruendo consapevolmente un sapere, e quindi un potere che lo proietteranno nel futuro come la Specie dominante in tutto il pianeta.

 

In Europa, in seguito a condizioni climatiche particolari, l’uomo Ligure “Cro-Magnon” vive isolato in questo Continente, elabora in proprio l’aspetto divino dei fenomeni naturali e delle sue varianti, ad ogni fenomeno e ad ogni variante attribuisce un significato e un aspetto divino più o meno importante.         In particolare attribuisce un’importanza primaria ai due fenomeni astrali più importanti, al sole e ai suoi cicli, dio della luce che rappresenta come una ruota o disco divinizzandolo; alla luna e alle fasi lunari, rappresentandola con la forma cornuta dei bovini e divinizzandola tramite il culto della fecondità.         Deifica i fenomeni naturali più importanti come la pioggia, il fulmine, il tuono, il vento, attribuisce molta importanza ai fenomeni terreni come quelli delle acque sorgenti con il culto della dea madre, e quello degli alberi, dei boschi e delle foreste sacre che riteneva come il tramite tra la parte terrena sottostante e quella sovrastante, ponendo all’interno di una radura o di un luogo nel quale si era verificato un fenomeno particolare, come la caduta di un fulmine che aveva colpito una determinata pianta o che aveva prodotto un incendio, riteneva il luogo ancora più importante e manifesto del volere del dio, se era presente un laghetto o una sorgente, pone al centro di essa un totem che simboleggia il dio.        Divinizzava anche gli aspetti animali della natura, il dio cornuto dei bovidi, gli dei delle greggi, e quelli che animano i vari animali selvatici dall’orso al cervo ecc..         Molta importanza riserva ai monti e alle cime, come il monte Bego considerato come la residenza del dio terreno, ritiene la sua cima come il suo l’organo riproduttore con il quale si congiungersi alla dea del cielo, la parte volatile o aerea dalla quale discendeva la pioggia simbolo di fecondità.