2° - LA PRESENZA UMANA

                                      LA PRESENZA UMANA

                                                                                    "L'evoluto" NEANDERTHAL Europeo

             

PROVENIENZA E TESTIMONIANZE

E' ormai confermato che i primi "Homo", fossero originari, e provenissero principalmente dall’Africa, in seguito e in parte, dal centro e sud-est Europa
Vi sono testimonianze che supportano questa ipotesi, la presenza umana é testimoniata da ritrovamenti che risalgono a circa 1 milione d’anni fa (Erectus), coincidenti con l’inizio delle Glaciazioni (4).
Circa 950 mila anni fa, nella caverna del "Vallonet" presso la città di Mentone.
Circa 400 mila anni fa, nella grotta del "Lazaret" e da "Terra Amata" presso la città di Nizza.
Circa 200 mila anni fa, nella caverna del "Principe" presso i Balzi Rossi, sul confine con la Francia, si trovano le tracce e i resti del più antico "Ligure"
.
Circa 100/80 mila an
ni prima di noi, davanti alle caverne dei "Balzi Rossi"  presso il confine con la Francia, a pochi chilometri dalla città di Ventimiglia, si trovava una vasta pianura larga circa 5 chilometri, confinante da un lato con il mare, e dall'altro, con un'alta parete rocciosa, gli animali, erano quindi obbligati a transitare in questa "strettoia", davanti alle grotte che si aprivano in questa parete, quindi, l'uomo "cacciatore", per convenienza, fissò in questo luogo la sua residenza, che durò per millenni.

                                 I BALZI ROSSI

Tra i 100 e i 50 mila anni or sono, fu "l'Uomo di Neanderthal europeo" ad abitare in questi luoghi, gli seguì "l'Homo Sapiens", e infine il "Cro-Magnon" (Sapiens-evo) da cui discendiamo.                                 I primi "Sapiens" arrivarono nell'Europa del sud inizialmente dall'Africa attraverso lo Stretto di Gibilterra, circa 50/40000 anni fa, quì, incontrarono "evoluti" Neanderthal, dalla fusione delle due "Specie", derivò l'Uomo di Cro-Magnon.    In seguito, alla fine della glaciazione di Wurm, giunsero nel sud europa altre popolazioni provenienti dal Medio Oriente, una prima volta, si presume circa 11000 anni fa (9000 a.C.), una seconda volta, circa 5500 anni fa (3300/3600 a.C.), diffondendo nuove abitudini di vita, le popolazioni "Liguri", iniziarono lentamente a praticare la pastorizia, l'agricoltura, la ceramica e l'uso dei metalli. 

("Liguri", così li definirono i Greci, nel "II° millennio a.C."), quando, durante le loro esplorazioni nel mediterrano entrarono in contatto con queste popolazioni.                                                                                                                                          

                       LA VENERE DEI BALZI ROSSI

IL NEANDERTHAL EUROPEO              e                           IL SAPIENS AFRICANO

                       

                            IL Sapiens/Neanderthal = CRO-MAGNON

 

                                                           

                                  IL MONTE BEGO

                   Gli antichi Liguri osservavano dalla foce del Roja il "Monte Sacro" dimora del Dio

Il nome deriva in parte dall'indoeuropeo Beg, che significa Signore Dio, e dal ligure Bèga, che significa attributo sessuale maschile.

Quando i "Liguri" Intemeli dalla foce del fiume Roia, notavano l'imbiancamento del monte Bego, attribuivano al Dio la volontà di inseminare la natura, un buon auspicio per la rinascita e la riproduzione della stessa.

Nuovamente, nel 3300 a. C. circa, altre genti, provenienti dal Medioriente, via nord Africa, Stretto di Gibilterra, trovando “un punto d’incontro” proprio in questa zona del Ponente Ligure, che ancora una volta definiremo:
Occhio del Ciclone“ "dell'EVOLUZIONE dell'uomo OCCIDENTALE”;
è proprio in questo periodo, che i nostri antenati iniziano la pratica della “Transumanza” nel cuore delle Alpi Liguri, le valli che circondano il monte “Bego”, risposero perfettamente alle necessità dei cacciatori-pastori liguri.
L'uomo Ligure, era così evoluto, che ci ha lasciato con le sue incisioni una testimonianza delle sue conoscenze, il bue, la treggia, l'aratro, il cavallo, le armi, quindi il bronzo, il rame, il ferro, il Mago con le sue conoscenze astronomiche, religiose, ecc..

                                                      IL MAGO

                       

                               CAPRINI, BOVINI, EQUINI

                 

Approfondimento:

                                 LA TRANSUMANZA E I SUOI RISVOLTI

RIFLESSIONI, SUPPOSIZIONI, RAGIONAMENTI SUL PERIODO STORICO CHE SEGNA L’INIZIO DELLA TRANSUMANZA DEI LIGURI NELLE VALLI CHE CIRCONDANO IL MONTE BEGO, E L’IMPULSO EVOLUTIVO CHE PRESUMIBILMENTE NE CONSEGUI’.

Caprini e Bovini

Quando e come avvenne ?
I primitivi cacciatori Liguri, ebbero dei contatti con popolazioni provenienti  dal Medioriente che praticavano da tempo la pastorizia (allevamento delle capre), da loro, impararono questa pratica insieme a quella della transumanza, che si sviluppò in un periodo successivo.
La caccia,
per loro, era ancora l’attività principale, e fu, quasi certamente, durante lo svolgimento di questa attività, con l'attenta l’osservazione di bovini selvatici al pascolo, e in seguito, dopo la loro cattura e l’uccisione, che si resero conto, che questi animali, possedevano alcune caratteristiche fisiche comuni o simili a quelle delle capre, e cioè, le femmine di questi animali producevano una grande quantità di latte, pensarono quindi di addomesticarli;  Erano animali  grandi e forti, e le difficoltà iniziali furono molteplici, ma alla fine, queste furono superate, forse involontariamente, proprio grazie alla pratica della transumanza. 

Come avvenne? Durante la caccia a questi animali, col fine di procurarsi la carne per cibarsene, furono catturati anche dei giovani bovini , questi, furono costretti a seguire nella transumanza le greggi, si dimostrarono animali sufficientemente docili e facilmente addomesticabili. Una volta cresciuti, i pastori iniziarono ad utilizzarli non solo per la produzione della carne e del latte, ma anche per il trasporto di carichi vari, affrancando così,  per la prima volta , gli uomini, dalla fatica fisica che sino a quel momento erano stati obbligati a sopportare durante i loro spostamenti.  In seguito, questi animali, si dimostrarono molto utili al traino di grossi carichi, in particolare, dei tronchi degli alberi utilizzati per usi vari; da questa pratica, si presume la derivazione, la costruzione e l’uso di primitive slitte o treggie da trasporto, e in seguito l’aratro.

                                                   IL CAVALLO

          

                                  IL CAVALLO DEI BALZI ROSSI

BRANCHI DI CAVALLI LIBERI SELVAGGI NELLE PALUDI E PRATERIE DELLA CAMARGUE (delta del Rodano), COSI' COME LI VEDEVANO GLI ANTICHI LIGURI DELLA REGIONE

Queste novità, sia in campo alimentare che di trasporto, diedero un notevole impulso allo sviluppo di nuove attività e, con certezza, si potrebbe quasi affermare, che “l’Uomo Primitivo Ligure”, fece in quel frangente, un notevole passo, o avanzamento evolutivo, che lo portò in seguito a compierne un'altro, con l’addomesticamento del cavallo. Il mito del Ligure "MARES",  il primo uomo occidentale a cavalcare,  conferma questa supposizione.
Come, e perchè avvenne?
In quel periodo, l’antico uomo Ligure, esercitava la pastorizia, un principio d'agricoltura, e si procurava
carni pelli ecc.. con la caccia agli animali selvatici come l’orso, il cervo ed altri,  differenziando così la sua alimentazione. Tra queste, praticava la caccia al cavallo selvatico, che gli procurava ottime carni e buone pelli.  La cattura di piccoli branchi, o di animali singoli, avveniva in un modo molto semplice, inseguendoli, indirizzandoli, e costringendoli  in strette valli senza vie d’uscita dove rimanevano bloccati.
Deve essere stato proprio in alcuni di questi frangenti, con la cattura di animali adulti e giovani (puledri), quest'ultimi rinchiusi in “recinti” e lasciati al gioco dei “ragazzi”, i quali, si esercitavano (com'era ed è uso fare nelle tribù primitive), nell’emulazione delle azioni degli uomini adulti, cioè nella pratica della caccia a questi animali.
I giovani puledri non avevano forze sufficienti a ribellarsi, erano circondati e trattenuti, quindi i ragazzi si divertivano a salire sulla loro groppa e li cavalcavano, un gioco che non passò inosservato e, come già avvenuto in precedenza per i bovini, col passare del tempo, i puledri divenuti “cavalli”, ormai sufficientemente docili e addomesticati, al seguito della tribù nella transumanza, si dimostrarono in grado di trasportare
docilmente sia carichi che uomini, con una velocità e un'ampiezza di movimento sul territorio sino a quel momento impensabili.
Come oggi, tutti sanno, queste nuove possibilità, sia di trasporto che di movimento, segnarono notevolmente il momento evolutivo dell’uomo Ligure, che chiameremo “Liberatorio”.